BANDWAGON EFFECT

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BANDWAGON EFFECT

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Pubblicato in MARKETING · 27 Luglio 2021
Sei pronto?
Guarda con attenzione questa immagine:



Vedi qualcosa di strano?

Una delle linee disegnate sul foglio di destra è lunga quanto quella di sinistra.

È la A? O la B? Forse è la C?

La stessa domanda fu rivolta dallo psicologo Solomon Asch ad un gruppo di otto volontari.

L’esperimento era semplice.

Le otto persone furono portate in una stanza. Davanti a loro furono posti due fogli simili a quelli che hai appena visto.

C’era un piccolo particolare.

Sette di quelle otto persone erano complici del buon Solomon.

I complici avevano il compito di rispondere tutti alla stessa maniera, sbagliando in maniera deliberata:

“La linea A è lunga come quella di sinistra”

È palese che la linea “A” non sia lunga quanto la linea di sinistra...

Eppure tutti i complici sostenevano volontariamente questa tesi.

Sai cosa accadde?

Anche se di volta in volta l’ottava persona veniva cambiata, nella maggior parte degli esperimenti questa finiva per “uniformarsi al gruppo”.

Proprio così: anche sapendo che la risposta era scorretta, piuttosto che uscire dal coro del gruppo, l’ottava persona sosteneva la stessa tesi:

“La linea A è lunga come quella di sinistra”.

L’esperimento di Asch dimostra una cosa

Siamo estremamente manipolabili da ciò che gli altri credono, fanno o dicono.

È il motivo per cui il bandwagon effect è tanto potente.

Questo, nel mondo professionale, è un problema.

Se facciamo ciò che fanno tutti, otterremo ciò che ottengono tutti (che spesso è troppo poco).

Il nostro valore imprenditoriale o professionale è spesso proporzionale alla nostra capacità di essere unici o insostituibili.


Eppure viviamo in un mercato dove veniamo spinti a prendere scelte “plausibili” e percorsi prestabiliti.

Come dicevamo, dobbiamo imparare a vedere ciò che gli altri non vedono per fare ciò che gli altri non fanno.


Come puoi sottrarti al bandwagon effect, costruire divergenza e seguire la tua strada verso l’eccellenza?

La prima cosa da capire è una: non possiamo sottrarci all’influenza altrui.

Tutta la nostra vita si svolge all’interno di un ecosistema che, vuoi o non vuoi, ci influenza.

Le parole di parenti e amici, i libri che leggiamo, i film o le serie tv che guardiamo, la musica che ascoltiamo.

Sono tutte queste cose a influenzare i nostri pensieri, quindi il nostro mindset, infine i nostri risultati.

Ora, è importante capire una cosa...

Abbiamo l’enorme potere di forgiare o partecipare ad ambienti ottimizzati ad-hoc per generare un “bandwagon effect positivo” che ci porti in maniera quasi automatica verso la crescita che desideriamo.

Bill Gates fa una cosa
Sto parlando delle sue celebri “Think Week”.

Per intere settimane si chiude in una casa immersa nelle foreste e divora libri su libri su un singolo argomento.

Così facendo il suo cervello è focalizzato ad assorbire quanto più possibile su quel tema.

Non solo…

Diverse grosse case editrici hanno l’abitudine di organizzare dei retreat per i loro migliori scrittori.

Li portano in una grande casa, magari anch’essa sperduta nel verde, lasciandoli liberi di dialogare tra loro e scrivere.

Molto spesso grandi opere letterarie nascono proprio in ambienti simili...

Capisci perché tutto questo funziona?

I motivi sono principalmente due.

Il primo è che queste persone costruiscono degli hook potentissimi nelle loro menti.

Associano un obiettivo o un cambiamento ben definito ad un luogo ed un momento preciso.

L’altro motivo è che, essendo consapevoli di ciò che tu hai appena imparato, agiscono consapevolmente sul proprio ecosistema.



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